Da piccolo nessuno ti spiega cos’è un pirata, per me è stato in ordine: un costume di carnevale, un delinquente dal cuore d’oro grazie al capitano Silver de Il pianeta del tesoro, una persona bianca coi dread grazie a Jack Sparrow, i due pescatori indiani coinvolti nel caso dell’Enrica Lexie, un ciclista ucciso dalla mafia, Massimo Ceccherini, ed infine, chi scarica e gode di musica e film senza pagare.
Per il corpo di mille balene ragazzi, ve l’ha mai detto nessuno che la pirateria è un reato?
Tutto è cominciato nei primi anni 2000, quando software come eMule e uTorrent permettevano un rapido accesso a chiunque al download di materiale protetto da copyright, diventando così famosi da spaventare le attuali statistiche che vedono l’Italia al quartultimo posto per analfabetizzazione digitale in europa.
Il vicino scaricava, tua cugina scaricava, il prete scaricava illegalmente Giuseppe - Il re dei sogni per fartelo vedere a catechismo, era la norma.
10 anni dopo, le case degli italiani godevano di una connessione internet ritenuta abbastanza buona da abbandonare il download e la masterizzazione su dvd vergini di film e serie tv. Il rischio di ricevere un controllo da parte della guardia di finanza ha portato il pubblico alla logica decisione di guardare tutto in streaming, con dei popup grandi come mele, che se cliccati per sbaglio installavano un malware talmente potente da far divorziare i tuoi genitori.
Ma cosa c’entra George Cooper, il padre di Sheldon Cooper nella serie tv prequel di The Big Bang Theory (TBBT), Young Sheldon? Adesso ci arrivo.
Facciamo un balzo, uno zompo avanti di altri 10 anni e arriviamo al presente, dove i siti di streaming hanno interfacce pulite, accattivanti e ti chiedono scusa se la visione del film in 4k uscito in sala la settimana prima, è interrotta da un pop-up di Save the Children. In questo caso i pirati si sono trasformati, recuperando la retorica vittoriana de Il ritratto di Dorian Gray, per cui chi è bello non può essere colpevole.
Ma questo non basta, lo spettatore, come direbbe il mio vecchio professore di cinema, è ingordo, ne vuole di più, e se la materia non cambia, deve cambiare il canale, e qui entra in gioco TikTok.
Croce e delizia delle mie serate insonni, sono all’alba dei 23 anni e ieri in negozio, ho detto ad una cliente straniera “let me cook”.
Su questo social è normale trovare profili interamente dedicati al caricamento di clip tratte da film o serie tv, dati i controlli fumosi riguardo il materiale di terze parti. In alcuni casi, un film viene diviso in centinaia di parti, in modo tale da permettere al pubblico di poterlo vedere per intero, creando nel frattempo una sorta di comunità all’interno dello stesso profilo, con gli utenti che commentano letteralmente, minuto per minuto, ciò che succede. Giusto l’altro giorno, stavo parlando con un ragazzo di cosa segue su TikTok, e ho scoperto che entrambi abbiamo guardato tutti i 131 episodi di Dragonball Super sullo stesso profilo, a botte di 5 minuti di video al giorno.
Nel 2024 le auto voleranno? No! Nel 2024 riprenderemo il concept delle serie tv di mandare in onda un solo episodio a settimana, con la differenza che invece di uno alla settimana è uno al giorno e invece di un episodio sono un paio di minuti di un episodio.
E qui arriviamo a George Cooper. “Young Sheldon” ha di recente trasmesso l’episodio finale della sua ultima stagione, e per qualche motivo TikTok ha sempre avuto un debole per questa serie. Nel corso degli anni, in molti si sono ritrovati senza particolare motivo delle sue clip nella propria For You Page, guadagnandosi la nomea della serie che nessuno vede ma di cui tutti conoscono la trama. Data la reazione positiva degli utenti, sempre più pagine hanno cominciato a postare highlights e montaggi, mantenendo al passo il pubblico incuriosito con l’evolversi della trama.
Non è sempre necessario seguire queste pagine, basta prestare attenzione a un singolo video e presto ne verranno proposti altri. Ma perché proprio Young Sheldon? Premettendo che questo fenomeno è nato oltreoceano, posso supporre che sia un mix di curiosità e malizia, data l’infamante reputazione di TBBT tra i Gen Z, i quali hanno ucciso le sitcom con le risate preregistrate perché bollate come cringe. Allo stesso tempo, non posso dimenticare la morale cristiana, la nostalgia per gli anni ‘90 e l’esaltazione dei valori repubblicani. In questo quadretto, George Cooper è il papà d’America, severo ma giusto, un simpatico alcolizzato con un grande cuore che è stato ferito più e più volte nella sua vita. E mi duole fare spesso riferimento alla lotta di classe, ma la retorica per cui la persona comune deve, e sottolineo deve, soffrire altrimenti non l’ha voluto abbastanza, comincia un pelo a stancare, e non sto parlando di serie tv.
Tuttavia, il risultato è che in molti si sono rivisti nel suo personaggio, nessuno è Sheldon, nessuno è andato all’università a 11 anni ed è un genio incompreso, ma tutti siamo l’amabile seconda scelta che nasconde dagli altri i propri problemi attraverso qualche tipo di dipendenza, c’è chi ha l’alcol, c’è chi ha TikTok. Ed è per questo motivo che all’uscita dell’ultima puntata, l’app era in subbuglio, il nostro eroe popolare, il primus inter pares è venuto a mancare, finendo così insieme alle altre leggende del web come Paul Walker e Harambe, nel quadretto alle porte del paradiso. Alla fine, tutti sanno che è morto ma nessuno l’ha visto, lo si percepisce, è la vibe, il pubblico ora è sazio, pur non avendo mangiato, e “guarderà” altro.
S4imon